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Pessimismo Record tra i Gestori Globali: Il BofA Survey di Aprile 2025 Suona l’Allarme

  • Immagine del redattore: Filippo Sala
    Filippo Sala
  • 16 apr
  • Tempo di lettura: 2 min

Con l’oro in cima alle preferenze e una rotazione verso asset difensivi, gli investitori si preparano a un futuro economico incerto.


 

Il BofA Global Fund Manager Survey di aprile 2025 racconta una storia di preoccupazione profonda tra i gestori di fondi globali, con un pessimismo che non si vedeva da decenni. Immaginate un coro di investitori, solitamente ottimisti, che ora intona una melodia cupa: l’82% di loro prevede un peggioramento dell’economia mondiale, un record assoluto nella storia del sondaggio. Il sentiment è crollato a 1.8, un valore che richiama i momenti più bui degli ultimi 25 anni. È come se il mondo della finanza si stesse preparando per un inverno rigido.


Cosa fanno i gestori di fronte a questa tempesta in arrivo? Rimescolano i portafogli con una determinazione che non si vedeva dal 2020. Le azioni, soprattutto quelle delle grandi aziende tech americane, vengono messe da parte. Al loro posto, entrano in scena cash, obbligazioni e settori come la sanità, che promettono stabilità in tempi incerti. È una mossa che parla chiaro: la priorità è proteggere il capitale, non inseguire rendimenti spericolati.


E poi c’è l’oro, il protagonista inatteso di questo 2025. Per la prima volta, supera i Magnificent 7 – le star della tecnologia come Apple e Nvidia – diventando l’asset più desiderato. È un segnale potente: gli investitori cercano rifugi sicuri, temendo instabilità economiche e geopolitiche. Non è solo una scelta pratica, ma quasi un atto di fede in un metallo che da secoli rappresenta la sicurezza.

Sul fronte macroeconomico, le aspettative non sono rosee. Inflazione e recessione sono parole che tornano spesso nelle conversazioni dei gestori, con timori che si fanno sempre più concreti. Eppure, c’è una luce in fondo al tunnel: il 75% degli intervistati crede che la Federal Reserve taglierà i tassi di interesse almeno due volte entro fine anno, un tentativo di ammorbidire l’impatto di un possibile rallentamento.

Rispetto al 2023, quando l’ottimismo regnava sovrano, il cambiamento è drastico. I gestori stanno abbandonando l’euforia per un approccio cauto, quasi difensivo. È come se stessero costruendo un fortino, pronti a resistere a qualsiasi tempesta.

Questo sondaggio non è solo un’istantanea del presente, ma un avvertimento: i mercati potrebbero essere all’alba di una nuova fase, segnata da volatilità e incertezze. Gli investitori, grandi e piccoli, farebbero bene a tenere gli occhi aperti.

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