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Weekly Review - Focus sullo Jen

  • Immagine del redattore: Filippo Sala
    Filippo Sala
  • 6 apr
  • Tempo di lettura: 2 min

Le tariffe reciproche e i timori di recessione negli USA spingono le strategie sullo yen giapponese


La scorsa settimana, i mercati delle valute hanno visto un’improvvisa escalation della volatilità dopo che il Presidente Trump ha rivelato l’intenzione di applicare "tariffe reciproche", una mossa che, se portata a termine come annunciato, farebbe salire la tariffa media ponderata degli scambi USA ai livelli più alti dagli anni '30. Si nutre ancora la speranza che queste misure possano essere presto ritirate o ammorbidite per contenere i danni al commercio internazionale e alla crescita economica globale. Tuttavia, la posizione più rigida adottata dalla Cina ha fatto crescere il pericolo di uno scontro commerciale mondiale più profondo.

Questo clima ha spinto gli investitori a privilegiare valute sicure come il franco svizzero (CHF) e lo yen giapponese (JPY). Il dollaro statunitense (USD), dopo un iniziale indebolimento significativo, ha successivamente recuperato posizioni nei confronti di valute G10 ad alto rischio, come l’AUD e il NZD (influenzate dalle materie prime), e di quelle dei mercati emergenti, mentre i crescenti timori per l’economia globale hanno portato a un allontanamento dagli investimenti più rischiosi.

Gli esperti prevedono che l’instabilità nel mercato FX persisterà e che la preferenza per le valute rifugio continuerà a dominare nel breve periodo.


Fonte: Bloomberg, 15.20 GMT, 4 aprile 2025 (variazione % settimanale rispetto a USD)
Fonte: Bloomberg, 15.20 GMT, 4 aprile 2025 (variazione % settimanale rispetto a USD)

Focus sullo Jen

Secondo il team di Morgan Stanley, che include esperti come Koichi Sugisaki e David Adams, lo yen giapponese potrebbe apprezzarsi di circa il 7% rispetto al dollaro statunitense. Gli economisti della banca prevedono che, se il tasso finale della Federal Reserve si stabilizzasse al 2,75% entro la fine del prossimo anno, il cambio USD/JPY scenderebbe a 135, segnando una riduzione del 7% rispetto al tasso spot attuale.

Questa previsione si basa su un possibile deterioramento dei dati economici negli Stati Uniti e sull’aumentato rischio di recessione, alimentato dai recenti annunci di tariffe reciproche.

Nella loro nota di venerdì scorso, Sugisaki e Adams hanno sottolineato che le preoccupazioni sulla crescita americana, accentuate dalle pesanti tariffe reciproche, potrebbero spingere i mercati a considerare più seriamente una recessione, soprattutto se emergessero ulteriori segnali di debolezza nei dati concreti.

A tal proposito, il team suggerisce due posizioni lunghe sullo yen con obiettivi aggiornati: una posizione short su USD/JPY a 146,40, con un target rivisto a 135 (in calo rispetto al precedente 145) e uno stop a 151; e una posizione short su CHF/JPY a 171,30, con un obiettivo a 160 e uno stop a 180.

Gli strateghi hanno inoltre rilevato una significativa attività di acquisto di USD/JPY da parte di investitori giapponesi, come i fondi pensione, che hanno sfruttato i ribassi per ribilanciare i portafogli. Questo ha contribuito a una relativa stabilità della coppia valutaria nelle ultime settimane, nonostante le pressioni economiche in corso.

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